Come imprecare in diverse lingue?

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Come imprecare in diverse lingue?

Come si impreca in una lingua straniera? Di certo non troverete la risposta a questa domanda a scuola. Forse le parolacce sono una sorta di conoscenza segreta? I volgarismi sono spesso un argomento tabù. Quasi tutti dicono parolacce, ma nessuno ne parla. Abbiamo deciso di rompere la congiura del silenzio e di raccontarvi come si usano le parolacce in alcuni Paesi.

Le parolacce, anche se non ne siete orgogliosi, fanno parte della nostra vita quotidiana. Alcune persone non riescono a pronunciare una sola frase senza usare parolacce. I più abili riescono addirittura a comunicare usando solo parole non censurate.

Come si fa a parlare con uno straniero senza conoscere le basi del suo vocabolario? Semplicemente non è possibile.

Tanto più che le parolacce possono essere considerate un lessico universale, in quanto alcune di esse esprimono un’intera gamma di emozioni, dal turbamento al piacere.

Anche se non vogliamo usare un linguaggio volgare, è opportuno sapere quando qualcuno ci offende e conoscere le parole che possono offendere gli altri.

Alcune parolacce in lingua straniera possono davvero sorprendere un utente non esperto della lingua in questione. Non tutti avranno capito che una lunga frase in serbo in cui si fa ripetutamente riferimento alla madre può significare qualcosa di brutto. In italiano, invece, l’uso dei nomi Maria e Gesù non indica necessariamente le sante intenzioni del nostro interlocutore.

**Come giurano le persone in altri Paesi? O forse sarebbe più corretto chiedere: Come esprimono le loro emozioni?

Inglese - L’universale FUCK

Iniziamo con la lingua inglese più popolare e la sua onnipresente parolaccia: FUCK. Letteralmente, la parola significa “cazzo”. Tuttavia, non dobbiamo affezionarci troppo a questo senso letterale, perché FUCK per gli anglofoni è davvero molto ambiguo. Esprime una serie di emozioni, spesso estreme. Sarà difficile per noi comunicare con un madrelingua senza conoscere almeno alcuni usi di FUCK. Eccoli:

Vaffanculo! - Vaffanculo!

Sono fottuto! - Sono fottuto!

Smettetela di girare a vuoto! - Smettila di girare a vuoto! Smettila di girare a vuoto!

E’ fottutamente bello! - E’ meraviglioso!

Ma che cazzo?

Facciamo attenzione anche al gesto specifico delle 2 dita (segno della Vittoria) che, se mostrato con la parte esterna della mano all’interlocutore, equivale ad allungare il dito medio.

Gli anglofoni imprecano anche usando “ass” - , “ass” e i suoi derivati: asshole - stronzo (letteralmente, “buco del culo”), bullshit - stronzate (letteralmente, “stronzate”), hhit - merda.

Non sono estranei nemmeno ai riferimenti alla sessualità: bitch - cagna, whore - puttana, wanker - ritardato (letteralmente “masturbatore”), o scum - feccia (letteralmente “sperma”).

Lingua serba - Madre maledetta

Di solito esiste una regola nella costruzione delle maledizioni. È necessario toccare qualche sacralità, qualcosa di particolarmente caro al nostro interlocutore. L’oggetto di riverenza o di rispetto universale deve quindi essere offeso. In Serbia, senza dubbio, tale oggetto è la madre.

L’imprecazione di base è: “Jebem ti majku”, cioè “Fotti tua madre”. Un’altra variante di questo volgare è: “Uzivam tvoju majku stalno”. Tutti gli altri insulti serbi nascono da questa radice. La madre e il rapporto sessuale con lei si espandono fino a includere l’invocazione degli organi sessuali femminili: “Pizda ti materina”, liberamente tradotto - “Mi scopo la fica di tua madre”.

In Serbia si può “scopare” quasi tutto, soprattutto i membri della famiglia più stretta, la nonna, il nonno, il padre, il figlio e persino il cane: “Jebem ti babu, dedu, tatu, decu, pasa”.

Anche i familiari defunti non vengono lasciati in pace. Alcune maledizioni, più complesse, circondano quasi tutto l’albero genealogico. Nemmeno il funerale è sacrosanto, dove gli “urlatori” possono essere tutti i partecipanti al vostro funerale.

Lingua italiana - Insulto alla religione

L’Italia è un altro interessante esempio culturale. Gli italiani sono considerati una nazione estremamente emotiva. E a ragione. Per questo esprimono le loro emozioni con un’enorme quantità di parolacce. Ciò che sorprende non è solo la loro molteplicità, ma anche il loro livello di complessità. Si potrebbe addirittura dire che le parolacce italiane sono tra le più poetiche ed eloquenti.

Le parolacce italiane di base sono: “minchia”, “merda” e “fico”. E, naturalmente, c’è anche il famoso “vaffanculo”. Come di solito accade, queste parole non sono così univoche. Ad esempio, “fico” a volte significa una ragazza carina e simpatica.

Molti degli inneschi si concentrano sulla famiglia, tanto apprezzata dalle donne italiane. Come in Serbia, gli insulti vengono rivolti anche ai malcapitati ormai deceduti - “mortacci tua” (manda a quel paese i cari deceduti del destinatario dell’insulto).

Ciò che sconvolge, tuttavia, in questo Paese profondamente cattolico, è il diffuso insulto alla religione e alle persone sacre. Gli insulti a Gesù, Dio o Maria sono di solito molto lunghi e complicati, accompagnati da altre parole non censurate e da nomi di animali. La religione viene insultata soprattutto nel nord Italia, mentre il sud è leggermente più bigotto. Tra i più diffusi ci sono i volgarismi: “porco dio” e “dio cane” (dio - Dio, porco - maiale, cane - cane). Un esempio interessante potrebbe essere: “Oh, porco Dio Santissimo”, che in libera traduzione può significare: “Dolce fottuto Gesù”.

Siete sorpresi? Gli italiani timorati di Dio non vedono alcuna contraddizione.

Lingua olandese - Malattie pericolose

Gli olandesi non sono molto religiosi, quindi non imprecano contro la Madonna, Gesù o Dio. Sembra che non siano nemmeno molto orientati verso la famiglia, poiché gli insulti alla madre o ad altri membri della famiglia non li impressionano. Ciò che gli olandesi considerano un vero flagello e che temono di più è la malattia. Sono un popolo pratico, perché appellarsi al trascendente o cercare vendetta nell’aldilà, la cosa più semplice è augurare ai vivi di lasciare questo mondo il prima possibile. Così gli olandesi augurano ai loro interlocutori malattie mortali.

Tra i volgarismi più diffusi ci sono: “klere” (colera), “pest” (peste), “typhus”, “tering” (tubercolosi) e “pokke” (vaiolo).

Anche il linguaggio delle parolacce olandesi si muove al passo con i tempi. Poiché l’insorgenza di peste e colera è sempre meno probabile, è sempre più comune augurare il cancro durante una discussione: “kanker”.

“Canker” è diventata una parolaccia universale, è l’equivalente di “fuck”, “cholera”. Ha avuto molte varianti. Se non si è affezionati a un uomo, lo si può chiamare: “kankerlul” (rakochuj). L’equivalente femminile è “kankerhoer” (rakodziwka).

Non dovete più temere i viaggi all’estero. Grazie alle maledizioni, potrete conoscere molto più a fondo la cultura specifica di un Paese e le paure e le sacralità della sua gente.

**E quali sono le maledizioni più popolari nel vostro Paese?

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